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Archivi categoria: Cosmologia

Roma locuta, causa finita

Nella sua storia la Barca di Pietro è passata attraverso tempeste e marosi anche peggiori dei presenti: scismi, eresie, rinunce papali (altre sei oltre a quella di Celestino V), esilii avignonesi, prigionie napoleoniche, persecuzioni fisiche e morali in odium fidei di ogni genere e forma. Le piaghe del Corpo mistico sono sempre aperte e -dice bene Pascal- Cristo è sulla croce fino alla fine del mondo, per questo anche se un Papa vi scendesse per debolezza o tentazione saremmo comunque assicurati contro il potere del maligno. Storicamente il clericalismo è stato il tentativo politico di assicurare l’autorità della Chiesa attraverso il potere del clero, oggi lo stesso clericalismo è utilizzato alla rovescia per abbassare o livellare la suddetta autorità alla condizione debole e umiliata dei pastori che tale Chiesa guidano, con il luciferico pretesto di purificarla e sanarla, senza ricordare che l’autorità della Chiesa è l’autorità di Cristo stesso, non dipende dalla santità o dalla fortezza degli ecclesiastici, per questo motivo “Roma locuta, causa finita”. Così sarà anche il Conclave prossimo venturo, nel quale come da sempre saranno i cardinali a votare un papabile ma sarà solo lo Spirito Santo ad eleggere un Papa.

 

“Zefiro torna, e ‘l bel tempo rimena” (F. Petrarca)

“Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito” (Gv 3, 8).

Con un’analogia Gesù spiega a Nicodemo il principio di indeterminazione su cui si attestano in modi diversi la generazione divina e quella umana, la gravidanza di una donna è un’evidenza indiscutibile ma l’origine della  gravidanza non lo è, per questo gli antichi giuristi dicevano che mater semper certa est, pater numquam. Allo stesso modo il biologo e il medico possono attestare la nascita di un uomo ma non l’origine della sua vita, inattingibile per regressione deterministica e accessibile solo a condizione di ammettere un principio trascendente che informi di sè la materia cellulare stessa. L’Annunciazione segna la fioritura di un nuovo albero genetico, accanto a quello adamitico, che ha Dio non solo come origine (il che pertiene anche alla generazione umana) ma anche come seme, cioè come Spirito introdotto dall’angelo, e come frutto, cioè come Verbo accolto dalla Vergine nel suo grembo immacolato, che a differenza di ogni altro grembo materno ne ha permesso l’incarnazione. Così uno Zefiro carico dei semi arborei e floreali della sua Clori insemina la terra fertile dall’alba dei tempi anche senza l’ausilio o l’intervento dell’uomo. San Paolo citando un salmo insegna che Dio “fa i suoi angeli come venti e i suoi ministri come fiamma di fuoco” (Eb 1, 7), il che significa che chiunque porta Dio nel vento e nel fuoco della sua opera è ipso facto angelo e messo celeste.

 

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